Co-housing, condivido i costi, moltiplico i benefici.Ovvero innovazione, qualità, sostenibilità

Sandro Polci | 5 Novembre 2013

 

Co-housing: condivido i costi, moltiplico i benefici.Casa: contro 6 milioni di solitudini, per avere le risorse della quarta settimana, per una qualificata assistenza domestica: preferisco condividere!

Le abitazioni sociali in Italia sono il 4% del patrimonio abitativo (contro il 35% dell’Olanda, il 21% del Regno Unito e il 18% della Francia).

Oggi in Italia la produzione di alloggi a totale carico dello stato è passata da 34.000 unità (1984) a meno di 2.000 negli anni più recenti.

Bisogna intervenire e tutti vogliono farlo costruendo nuovi alloggi, il che significa nuovi oneri realizzativi, dispersione urbana (sprawl), distruzione di paesaggio, nuove e onerose infrastrutture e altro ancora.

Una proposta di buon senso sarebbe razionalizzare e liberare energie da quanto già realizzato: il driver dell’ homefare è l’organizzazione e non la sola realizzazione.

Partiamo dai target più esposti. In Italia il numero di nuclei unipersonali ha raggiunto livelli molto elevati (oltre 6 milioni, pari al 27% delle famiglie). Di quanti vivono soli è significativa la componente anziana (la metà, cioè 3 milioni di persone, ha oltre 65 anni) e di questa, circa un milione non ha le necessarie risorse economiche per una gestione dignitosa della propria esistenza, anche nel caso in cui dispongano di un’abitazione in proprietà, magari di ampie dimensioni.

Il co-housing può essere una risposta efficace attraverso la condivisione dell’alloggio tra due o più individui: l’anziano dispone, in affitto pubblico, privato o in proprietà di un alloggio e può metterlo a disposizione in coabitazione con un altre persone.

E’ un terreno nuovo di sperimentazione senza impegnativi oneri pubblici. Gli unici oneri richiesti sono connessi alle azioni di sensibilizzazione generale, alla capillare individuazione delle soluzioni di “co-housing” ottimali e al loro controllo periodico da parte di assistenti sociali che possono far capo agli assessorati comunali competenti. Ogni cittadino anziano avrebbe così un “tutor” che monitora soddisfazioni ed esigenze specifiche, allontanando in tal modo anche il rischio ospedalizzazione causata dalla mancanza di assistenza (ricordiamo che il costo ospedaliero è infinitamente superiore all’assistenza domiciliare).

In sintesi, i vantaggi per la collettività sono:

·risparmio di risorse pubbliche;

·razionalizzazione dei costi sanitari e di assistenza sociale domiciliare

·maggiore ecosostenibilità, evitando inutile consumo di nuovo territorio ed energia

Le famiglie interessate potranno godere di:

· economie nei costi di affitto e utenze domestiche

·mutua assistenza, che persone anziane autosufficienti possono ricevere e reciprocamente darsi

· premialità espressa dall’ente locale sotto forma di parziale detassazione, controlli periodici da parte di strutture assistenziali specializzate (tutor), attività di animazione (ad esempio ingressi gratuiti a cinema e teatri), servizi sanitari e di supporto organizzativo a domicilio).

L’avvio della sperimentazione potrebbe avvenire nell’ambito dei patrimoni abitativi pubblici delle grandi città per essere estesi poi ai patrimoni privati e di altri territori.

Le parole chiave di tale approccio sono: razionalizzazione partecipata; solidarietà, ecosotenibilità, riduzione costi di gestione, sia per il singolo che per la collettività locale.

Numerosi esempi dimostrano che i tempi sono maturi per un “intervento di sistema” in questa direzione: la “Festa dei vicini di casa” che favorisce la conoscenza diretta di chi abita nello stesso quartiere, l’assistenza domiciliare della Caritas alle persone bisognose o, da tutt’altro punto di vista – mutuando forme di comunicazione di impresa e marketing dei servizi – la rete delle Parrocchie. Ognuno di questi esempi contiene elementi di innovatività che devono essere mutuati per produrre un nuovo, coordinato ed efficace approccio al problema.

Per saperne di più segnalo: “Condivisione residenziale, il silver co-housing per la qualità urbana e sociale in terza età” di Sandro Polci con presentazioni di Carlo Azeglio Ciampi, Antonio Maccanico e Vanella Imperatori –  Carocci editore.

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