Sandro Calvani| 2 febbraio 2016
Se il mondo fosse una democrazia globale, da oggi le decisioni più importanti si prenderebbero a Bangkok (Thailandia), oppure a Jakarta (Indonesia). Infatti nel 2016 vive più gente in Asia dell’Est che in tutto il resto del mondo messo insieme. Ed ora all’interno dell’Asia dell’Est è nato un nuovo mercato comune. Si chiama ASEAN, è il più grande mercato comune al mondo in termini di popolazione; il primo Gennaio 2016 ha eliminato tutte le barriere doganali tra i dieci paesi membri, Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam ed ha condizioni commerciali facilitate con i due paesi vicini l’India e la Cina. Dentro ad ASEAN vivono 608,4 milioni di persone, mentre nell’Unione Europea ci sono circa 508 milioni di persone. Come potenza economica globale ASEAN si piazza al quinto posto con un Prodotto Interno Lordo (PIL) di 2323 miliardi di dollari, che cresce rapidamente e diventerà di circa 4 triliardi di dollari nel 2020. Il PIL di quattro economie dell’Asia dell’Est, sommando insieme Giappone, Cina, India e ASEAN, raggiunge al primo gennaio 2016 il primo posto al mondo con 18.352 miliardi di dollari, davanti all’Unione Europea con 16.584 milardi di dollari e agli Stati Uniti con 16.245 miliardi di dollari. Nella classifica mondiale socio-economica, ASEAN è il numero uno in tasso di crescita (5,6% all’anno, il doppio degli USA e il triplo della UE), in produzione di olio di palma e di gomma naturale, ha il più gran numero di grandi città, ha la più grande popolazione islamica del mondo. ASEAN si piazza secondo al mondo in valore degli investimenti diretti dall’estero (125,4 miliardi di dollari), lunghezza di coste marine, produzione di riso, numero di usuari quotidiani di Facebook (162,9 milioni di persone) e popolazione buddista. ASEAN arriva terzo al mondo oltre che per popolazione, dopo Cina ed India, anche per popolazione cristiana, valore totale delle esportazioni numero di contratti di telefono mobile, numero di voli aerei, riserve di valuta estera, numero di grandi porti, produzione di gas, di carbone e consumo di petrolio.[1]
[1] Fonti dei testi e delle grafiche: The Economist Intelligence Unit, studi di Kenneth Myers e www.aseanup.com