Erica Masiero Field Officer per l’ OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) in Tajikistan, da fine marzo diventerà Protection Manager con DRC (Danish Refugee Council) in Djibouti.
“Ho partecipato al Master ASVI Social Change in gestione delle ONG e delle organizzazioni non-profit nel 2004-2005 per inseguire il mio sogno: lavorare nel rispetto di valori etici e di cambiamento sociale. Il Master e stato l’ideale per i suoi contenuti, la qualità dei docenti, l’entusiasmo del team ASVI Social Change e anche per la possibilità di seguirlo mentre lavoravo.
È stata, come si suol dire, la cosa giusta al momento giusto. All’epoca mi aveva fornito l’ABC per poter lavorore nel non-profit, dall’identificare una mission e una vision, a come scrivere i progetti, cercare finanziamenti, e lavorare con le risorse umane. All’interno del master era previsto uno stage, ed ebbi la fortuna di farlo con l’ONG CISV prima a Torino, e dopo alcuni mesi in Burundi.
Le mie conoscenze in progettazione acquisite con il master furono immediatamente utili, tanto che subito dopo lo stage, il CISV mi propose una collaborazione come project manager in Burundi. Il progetto era incentrato sulla good governance e sui diritti umani in 7 comuni della provincia rurale di Karuzi, ed era finanziato dalla Commissione Europea. Fu un progetto pilota molto interessante, in cui si lavorava a stretto contatto con le comunità locali e prevedeva anche un programma di alfabetizzazione per adulti. In poco tempo mi ritrovai a gestire un progetto con più di 70 staff.
In seguito lavorai con l’ONG AVSI su un progetto di salute e nutrizione nella zona finanziato da ECHO e in seguito partii come volontaria per le Nazioni Unite in Sudan, dove prestai servizio come Public Outreach e Training Officer per supportare il governo locale durante le elezioni del 2010 e il referendum del 2011 nello stato di Kassala al confine con l’Eritrea. In seguito mi fu proposta una consulenza per ACNUR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati nella stessa regione, e feci uno studio sul rischio di apolidia presso le popolazioni di sud sudanesi nel nord del Sudan e gli sfollati.
Nel 2013 passai al PAM, il Piano Alimentare Mondiale, come programme officer e lavorai nelle zone al confine con il sud Sudan. All’epoca coordinavo e monitoravo le distribuzioni di derrate alimentari in zone affette da conflitto civile armato.
Ora ho appena terminato una collaborazione di due anni come field officer per OSCE in Tajikistan. Mi sono occupata della coordinazione di 3 Field Offices con 26 staff locali, e di scrivere a seguire attività legate al genere e alla prevenzione della violenza domestica, ma anche all’economia, all’ecologia e al dialogo politico e alla società civile.
Ormai lavoro nell’umanitario da 9 anni e anche se il prezzo da pagare e a volte piuttosto alto, in quanto è quasi impossibile mettere radici in un Paese specifico o tornare in Italia, sono più che mai convinta della mia scelta e sono sempre alla ricerca di imparare di più.
Posso dire che grazie a questo Master ho centrato in pieno il mio obiettivo.“
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