La formazione nelle ONG: riflessione di S. Sgueo di Croce Rossa Italiana

Simone Sgueo| Head of Human Resources di Croce Rossa Italiana| 17/01/2018

Cosa rende davvero diversa una azienda, organizzazione, o associazione che si posiziona sul mercato del lavoro nel 2018? E che in questo mercato vuole essere “attraente” per i migliori professionisti, talent, e giovani? Tutte le analisi di settore sembrano indicare tra i vari fattori, una decisa tendenza verso quelle realtà che permettono al loro staff di formarsi, crescere, apprendere in modo continuo, le aziende che considerano la formazione un elemento essenziale e non marginale del lavoro, un tool irrinunciabile, non solo per rimediare alle performance non entusiasmanti, ma prima di tutto per crescere assieme al proprio staff.

Perché allora dovrebbe essere diverso per le NPOs? Non lo è infatti, e perdere ancora una volta questo treno importante in Italia, potrebbe significare marcare ancora più il confine tra profit e no profit, confine che in numerose sue sfaccettature il Terzo Settore sta faticosamente recuperando negli ultimi anni, e sulla formazione ha modo di giocare una carta importante.

Proprio sulla Formazione infatti, i risicati budget delle Organizzazioni sono probabilmente il punto nevralgico e la principale problematica, eppure anche su questo, le numerose occasioni offerte dai Fondi Professionali, i finanziamenti regionali e nazionali, possono permettere di investire di più e meglio rispetto al passato.

Tralasciando le formazioni più specifiche dei ruoli professionali tipici delle grandi Onlus ed NPOs, il cui panorama sembra comunque in via di notevole ampliamento negli ultimi anni, in particolare a livello di Enti ed istituti privati, è certo che le grandi Organizzazioni oggi guardano con attenzione a tutta quella gamma di formazione che nel settore Profit è già partita da diversi anni, ed in particolare per ragionare su quelli che a mio parere sono i macro gruppi formativi che oggi c’è bisogno di esaltare di più:

  • Trasversali: andare a sviluppare la complessa mappa degli skills interpersonali è decisamente un aspetto nuovo per le NPOs. Sino a qualche tempo fa si credeva di poter vivere principalmente di motivazione ed “autogestione” della propria crescita professionale. Oggi invece sempre più sembra chiaro il segnale secondo cui accompagnare professionisti giovani (under 40), che rappresentano la maggioranza della popolazione nelle grandi Onlus e ONG presenti sul territorio, con una formazione che gli permetta di migliorare nelle caratteristiche personali che sono essenziali nel lavoro quotidiano. Gestione dello stress, Organizzazione del tempo e del lavoro, Leadership, Motivazione, Public Speaking, Diversity, Gender… Quelle che da tempo sono pratiche formative consuete nel mondo profit, oggi più che mai diventano centrali anche per il Terzo Settore, soprattutto per il Terzo Settore in verità, dove alle volte la dinamicità delle Organizzazioni, il loro lavorare sempre più spesso in contesti emergenziali, rivela come le competenze trasversali siano importanti tanto quanto le capacità professionali, ed alle volte anche di più.
  • Project Management: lavorare per progetti specifici ed obiettivi chiari è sempre più la norma, lavorare un po’ con l’atteggiamento dei consulenti, capaci di focalizzarsi con gruppi di lavoro diversi, eterogenei, non sempre semplici da “tenere insieme”. Accompagnare i manager di oggi e domani in questa forma di lavoro è una essenzialità per rimanere efficaci e veloci nelle risposte.
  • Team Building: Evidente come sviluppare la trasversalità del lavoro con professionisti di diverse culture ed estrazioni lavorative sia sempre più essenziale, e se è vero che il mix è un apparente ostacolo, è ancora più vero che il risultato per chi riesce a far dialogare l’amministratore di progetto con il fundraiser, l’addetto stampa con il coordinatore del progetto sul “Field”, etc. è decisamente un passo avanti. Il gioco di squadra paga, sempre, comunque.

Simone Sgueo

Head of Human Resources

Italian Red Cross

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