Inviata speciale: una corsista ASVI racconta il PREMIO UNIVERSO NON PROFIT di UNICREDIT FOUNDATION

 

non profitL’evento che premiava le iniziative interne non profit delle risorse Unicredit e presentava le iniziative della Banca per il Terzo Settore si è tenuto lo scorso 28 OTTOBRE a Roma, alla presenza di alcuni corsisti ASVI.

Claudia Ferrari, corsista del Master PMC -edizione Novembre 2010- ci racconta questa esperienza che le ha permesso di avere una prospettiva unica sul rapporto tra non profit e profit con risultati incoraggianti.


«Assistere a un confronto aperto tra esponenti di spicco del panorama italiano, come il Prof. Zamagni (Agenzia per il Terzo Settore), il Presidente Dotti (Welfare Italia Servizi) ed il Presidente Errani (Conf.delle Regioni), è stato per me un prezioso momento formativo. Ho avuto la possibilità di una visione alta sul dibattito attuale quale come il rapporto tra il non profit ed il profit italiano e sui possibili scenari futuri.

 

La crisi attuale, anche di tipo valoriale, è un’occasione di ripensamento dei principi economici che dal ‘900 ad oggi hanno governato la società. Ho apprezzato l’invito del Pres.Errani di rifuggire da qualsiasi atteggiamento ideologico che, troppo spesso, caratterizza i dibattiti italiani e che rappresenta una pesante áncora al passato. L’invito è di partire dai fatti concreti e da esperienze che dimostrino la “capacità del fare”.

 

Guardare al passato deve significare, invece, riappropriarsi delle proprie radici e del patrimonio unico del non profit italiano, come sottolineato dal Prof. Zamagni; significa scrollarsi di dosso il nostro tipico provincialismo e proporsi in modo innovativo sul panorama europeo. Con consapevolezza e pragmatismo si può pensare al futuro e, in particolar modo, a come il non profit possa inserirsi all’interno di una nuova visione della società.

 

La gestione dei beni comuni (acqua, salute, beni culturali e ambientali, scuola, etc.) non può essere risolta nella dicotomia privato/pubblico, come sottolineato dal Pres.Dotti, ma richiede un rapporto diversamente integrato tra Stato, profit e non profit.

 

La mia sensazione è stata quella di attesa di una forte spinta imprenditoriale dal non profit italiano, come risposta alla crescente domanda di servizi. Imprenditorialità significa maggiore professionalizzazione del settore e possibilità di affidarsi a fonti di finanziamento continuo. Il Prof. Zamagni ha fatto un riferimento diretto alla creazione di una “borsa sociale”, che possa garantire la sopravvivenza dell’imprenditoria sociale ed ha richiesto l’entrata in campo delle banche. Questo è stato per me un elemento di sorpresa.

 

Ho avuto, talvolta, la sensazione che parlare di “soldi” nel sociale fosse quasi tradire lo spirito stesso che anima gli operatori del settore. Aver avuto modo di ascoltare un intervento così diretto e concreto da uno dei maggiori esponenti del terzo settore, mi ha dato un nuovo slancio nell’approfondire queste tematiche e la volontà di non fermarsi di fronte agli inevitabili ostacoli che si possono incontrare, sicura che il futuro della nostra società possa dipendere, anche, da come questi nodi riusciranno a sciogliersi.»

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