EDITORIALE. Tempi duri per le ONG

Vi auguriamo buone feste con l’Editoriale del Presidente M. Crescenzi

E’ stato un primo semestre molto difficile, sia all’interno della Scuola che per le ONG. All’interno, ci siamo trovati in difficoltà sia per problemi privati (salute) di alcuni collaboratori, sia perché da parte di alcune nuove risorse non ci sono stati i risultati attesi.

Questo ha messo sotto fortissima pressione il nucleo “storico” per tenere sempre alta la qualità della relazione con gli studenti. Ma di positivo ha portato a dei cambi di staff ed all’emergere di nuovi collaboratori, ha rafforzato lo spirito di squadra, ha fatto riflettere e migliorare alcune procedure. Per condividere al meglio le decisioni e coordinare – valorizzare al massimo i contributi provenienti da chi nella Scuola opera in ambiti diversi, abbiamo anche creato un Consiglio Direttivo con tutti i responsabili di settore: Rocio Requena, Cinzia D’Intino, Federico Atzori, Silvia Fontana, Marco Crescenzi e Fabian Krone (Adviser Strategico della Scuola).

L’allargarsi ‘worldwide’ del nostro impatto, ha inoltre posto inoltre alla Social Change School alcune sane problematiche.

Di approccio ‘politico-culturale’: va meglio delineata e promossa la posizione della Scuola su alcuni grandi temi come i flussi migratori, la povertà oggi, le relazioni tra sviluppo ed emergenza.

Di ‘Leadership’- La Scuola, dopo 20 anni (a Settembre) è unica nel mondo per numeri ed impatto. Arrivati fin qui sentiamo il dovere di formare non solo “i migliori professionisti” ma anche i nuovi Leader della società civile. Questo va tradotto nei programmi formativi (Leadership Development) e nell’approccio pedagogico (sempre più in un paradigma di ‘challenge’ per gli studenti). Significherà importanti investimenti, anche di budget e di risorse, per gli studenti, e per me forse – e spero – anche un ritorno di impegno in prima persona con i ‘ragazzi’- come nei primi 10 anni.

Di ‘indirizzo’ rispetto al ruolo futuro delle ONG. Gli attacchi politici alle ONG anche ‘in casa’ come in Italia, mi hanno portato a condividere le prospettive con i dirigenti delle principali Organizzazioni Internazionali-tra cui MSF, Save the Children, Action Aid, Oxfam, WWF. Credo-ed ho detto- che le ONG debbano essere più presenti in casa, presidiare meglio lo spazio politico (lobbying), culturale (ad es. presenza nelle scuole per rafforzare loro awarness e reputation), mediatico (maggiore impatto sull’opinione pubblica) e legale (essere pronti a denunciare chi calunnia e diffama). La creazione di ‘unità di crisi’ per risposta agli attacchi politici e mediatici. Non solo fundraising ed emergenza nel breve-ma più ‘fare società’.

Nel medio e lungo periodo questo avrà ricadute positive anche sul fundraising: senza presidio e capacità di risposta, reputazione e fundraising crollano. Indagini pubbliche parlano (Italia) di gravi perdite di fiducia del pubblico nelle ONG (3 intervistati su 4) e rapporti riservati di rischi di crollo delle donazioni fino a -40%. Per questo ho compreso ma non apprezzato la ‘timidezza’ di alcune organizzazioni internazionali di attesa che ‘passi il polverone’. Purtroppo le ONG danno fastidio, a Trump come a May come a Grillo, non si tratta di polvere ma di fango, ed il fango non passa, si appiccica. Coraggio, colleghi, saremo in guerra, non nascondiamo la testa sotto la sabbia.

Noi siamo qui per aiutare e rafforzare awarness e reputation di tutti, anche a costo di impegnarci in una presenza massiccia nelle scuole superiori e nelle università.

Un ringraziamento a tutti i colleghi della Scuola per la tenuta e la generosità, in primis a Rocio Requena.

Un grande saluto ai corsisti delle edizioni in corso, ed ai nuovi (tanti) entrati.

Buono studio, buone vacanze!

Marco Crescenzi

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