Il futuro delle ONG internazionali e la collaborazione con il settore privato

Federico Marcon | 24 Marzo 2015

Federico Marcon, storico collaboratore di ASVI Social Change e docente sul Result-Based Management, ci propone una sua riflessione sul futuro delle ONG internazionali dal suo osservatorio di World Vision Australia.
Da oggi al 2020 dovremmo tenere presente una serie di trend. Tutti i maggiori player globali si porranno lo Sviluppo Economico come loro priorità numero 1. Per le ONG questo significherà che ogni nuovo progetto, al fine di ottenere i fondi necessari da alcuni donors, dovrà avere una componente di sviluppo economico (micro-finanza, social impact investing, social business e microfranchising). Quindi e’ fondamentale che, nel prossimo futuro, le ONG si dotino di competenze forti in questo settore perche’ lo sviluppo economico sta diventando un tema cross-cutting e non semplicemente uno specifico e isolato.
Alcuni donors (tra cui, nello specifico, il governo australiano) si sono impegnati ad aumentare la quota di Aid for Trade nei prossimi anni, dando prominenza al coinvolgimento del settore privato. Qui non si parla solo di PPP (partenariato pubblico-privato), ma del fatto che ogni ONG deve avere un partner privato per presentare un progetto. Anche qui, sarà fondamentale capire come imparare a lavorare con il settore privato, che si presenta alle ONG sotto una triplice veste: concorrente (per call aperte a tutti), partner e contractor (con l’ONG che agisce da sub-contractor).
Lo stesso discorso vale per i governi locali. Con la priorità data dai grandi donors al sistema di budgetary support, attraverso fondi canalizzati al governo in prima istanza, i governi diventano potenziali contractors di ONG, ma possono anche essere partner oppure concorrenti (su grandi iniziative quali Global Fund, con competizione aperta tra governi e ONG). Anche qui, occorre investire in capacity building per personale ONG su come lavorare coi governi in questa triplice veste.
Secondo il World Charity Index 2014, delle 20 Fondazioni erogatrici più generose nel 2014, 14 sono americane. Dopo che Obama ha posto il Climate Change come altissima priorità nell’agenda del suo governo, vediamo come le Fondazioni statunitensi stiano seguendo il trend e le ultime opportunità siano focalizzate proprio su questo. Di nuovo, occorre legare tale tema a quello della smart agriculture e dello sviluppo economico, per aiutare i contadini ad adottare tecniche agricole che non impattino sull’ambiente e affinché producano buoni profitti. Questa area tematica e’ quella dove si concentreranno i maggiori margini di crescita nel breve-medio periodo.

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