Come l’arte può salvare un bambino

Di cosa ha bisogno un bambino, che vive, e cresce, in povertà in un’area disagiata? Cibo, medicinali, sicurezza… Ma anche di qualcos’altro.

Ha bisogno di poter sfruttare la propria creatività, quella vitalità artistica che solo i bambini hanno, e di svilupparsi culturalmente e socialmente proprio grazie a essa!

Questa è stata la grande intuizione, e il sogno, di Francesco De Pasquale, ex corsista del Master in Project Management di ASVI Social Change, che a Kampala ha organizzato un ‘matatu’, un caratteristico minivan utilizzato da più dell’80% degli abitanti come mezzo di trasporto preferenziale, rifornendolo con colori, libri, strumenti musicali e materiale di ogni tipo per implementare l’educazione dei minori più poveri e disagiati.

La passione di Francesco per il no profit e l’Africa ha radici profonde, come testimonia questo suo post di quasi un anno fa : “#StoriedalCampo: Francesco e i suoi due anni in Uganda” .

Una passione che non avrebbe potuto trovare sbocco senza un’adeguata formazione preventiva.

L’Uganda è un paese giovane, il 55% della popolazione è sotto i 18 anni, e, di questi, solo il 56% arriva in fondo alla Primary School. Spesso l’istruzione è confinata alle zone ricche, e i bambini più poveri non hanno occasione di accedere ad alcun tipo di supporto artistico o creativo.

MatatArt’, questo il nome sia del furgoncino che dell’ONG di De Pasquale, si reca ogni giorno all’interno degli slum e delle altre aree povere di Kampala, per raggiungere i bambini bisognosi, e mettere loro a disposizione, secondo le sue parole, «l’arte, in tutte le sue forme e declinazioni».

Con il suo matatu di MatatArt, Francesco riesce a portare a termine più di 20 missioni al mese, provvedendo all’istruzione di 6300 bambini l’anno che altrimenti non avrebbero possibilità di accesso ad alcuna attività artistica. Un progetto in continua crescita, che può essere seguito e supportato qui: “MatatArt – Art makes you smArt!” .

La ricerca ha dimostrato quanto sia stretto il legame fra comportamenti positivi, partecipazione attiva alla vita sociale e attività artistiche: per i bambini poveri di Kampala è solo grazie al sogno e alle capacità di Francesco che questo legame può essere consolidato…

La passione di Francesco per il no profit e l’Africa ha radici profonde, come testimonia la sua esperienza in Uganda.

Una passione che non avrebbe potuto trovare sbocco senza una grande forza e una corretta formazione. Ora, grazie ad entrambe, Francesco sta riportando musica e colori nelle vite di chi ne sarebbe rimasto privo.

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