Foresta Amazzonica, diversificazione, resilienza, conservazione. Un modo sostenibile per salvare il nostro tesoro.

Laura Taraborrelli | 8 ottobre 2013

 

Ma voi lo sapevate che la foresta amazzonica rappresenta il 56% delle foreste del pianeta ? E che ospita il 60% degli esseri viventi di questo mondo ? Che contiene il 20% dell’acqua dolce di cui disponiamo ? E che, senza contare gli animali, racchiude 3.000 specie di piante con proprietà conosciute e utili all’uomo ?

Si, probabilmente lo sapete: o magari lo immaginate che dall’altra parte del nostro mondo esiste un paradiso naturale, la nostra riserva preziosa di vita.

E avete anche idea del ritmo con cui la stiamo radendo al suolo? Significa che stiamo svuotando il nostro forziere come cicale scialacquone, senza la minima cognizione di quando e come potremo di nuovo riempirlo. Se mai potremo farlo.

Il 65% della foresta se ne va per far posto all’allevamento intensivo, un altro 30% per via  dell’agricoltura, il poco che resta per rifornirci di legname e per piccole amenità a cui non sappiamo nemmeno dare un nome. L’esempio del Brasile mette i brividi: una storia compiuta di devastazione  insensata e irragionevole. Un esempio inequivocabile di mancanza di visione, oltre che di amore per noi stessi.

Ho conosciuto in questi mesi una persona che di amore ne mette parecchio: in quello che fa e in una buona causa. Un attivista coraggioso e  innamorato della natura, che si è rimboccato le maniche, è partito da Lecco e si è inventato il suo modo di salvare il tesoro.

E’ Guido Scaccabarozzi, presidente di Arbio Italia (www.arbioperu.org), costola italiana di Arbio, una associazione peruviana che si batte per la Resilienza del Bosco: un modo poetico e vagamente oscuro per dire che tenta di sottrarre la foresta amazzonica alla distruzione sistematica che accompagna le attività umane. Lo sforzo di Arbio si concentra in particolare nella regione di Madre de Dios, dove la costruzione di una superstrada inter-Oceanica sta mangiando la foresta. Un angolo di Perù al confine con Bolivia e Brasile dove abitano comunità indigene ancora isolate e dove gli alberi di noce brasiliana sono stati finora la risorsa economica principale per la popolazione locale.

Quale è l’idea innovativa di Arbio ? Oltre naturalmente le nobili intenzioni di salvaguardia e conservazione della foresta amazzonica..

Arbio è un esempio illuminante di come intelligenza, passione e pianificazione possano opporsi alla incosciente, arrogante mancanza di buon senso e di come mettere un freno alla cupidigia umana possa essere una missione possibile. Faticosa, ma possibile.

L’idea è preservare un’area altrimenti destinata a scomparire  attraverso un modello produttivo di foresteria analoga basato sulla coesistenza armoniosa e sinergica tra specie vegetali diverse. Non la conservazione in senso assoluto, ma un progetto di sviluppo dinamico e sostenibile. Non la difesa ostinata della foresta così come è, ma l’idea pragmatica di portarla piuttosto in una condizione di nuovo equilibrio. Non il mantenimento ottuso dello status quo, ma un vero progetto di sviluppo produttivo.

In sostanza nessuna lotta senza quartiere allo sviluppo economico, ma la costruzione ragionata di un modello di crescita biologicamente compatibile, economicamente sostenibile, socialmente utile.

Arbio nasce in Perù nel 2010 dalla concessione di un’area di 916 ettari di bosco primario da parte del Ministero dell’Ambiente a Tatiana Espinosa,  la quale fonda una Associazione e, con un atto formale, le affida la gestione del terreno con l’intenzione di proteggerlo e rilanciarlo.

Arbio-Italia supporta Arbio nella raccolta di fondi, nella opera faticosa e capillare di informazione e nella ricerca di partnership sul territorio italiano. Promuove un progetto ambizioso ed entusiasmante di divulgazione, mobilitazione e sostegno: per creare consapevolezza, raccogliere partecipazione, sviluppare modelli di crescita rilevanti, sostenibili, ecocompatibili. Che possano essere proposti e trasmessi alla popolazione locale, in modo che nel lungo periodo diventi essa stessa promotrice della propria causa.

Arbio cerca fondi e risorse, certo, ma soprattutto cerca partner e collaborazioni: coscienze limpide, lucide, motivate.

La foresta amazzonica  – il nostro tesoro – non è poi così lontana: anzi è vicinissima a noi, tanto è grande il rischio di mandarla in fumo senza neanche capire che tutto questo sta veramente accadendo.

E visto che- per essere pragmatici – le risorse servono, qualcosa possiamo fare anche noi. Ora.

Possiamo salvare il nostro ettaro di foresta http://www.italiano.arbioperu.org/index.php/arbio

 Comprare t-shirt vintage http://www.upupaecolibri.com/esperienze.html

 Partecipare sulla rete http://hoolabaloon.com/arbio.html

 

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